Umberto Orsini grazie alla sua versatilità e talento si è imposto nel panorama teatrale, cinematografico e televisivo italiano.
Nel lungo della sua longeva carriera, Umberto Orsini ha avuto modo di sperimentare diversi ruoli, passando dal teatro classico al cinema d’autore, con collaborazioni prestigiose e riconoscimenti critici. Andiamo ad approfondire la sua lunga carriera, non sorvolando sulla sua sfera privata.
Biografia e formazione di Umberto Orsini
Nato il 2 aprile 1934 a Novara, in Piemonte, sotto il segno dell’Arieta, Umberto Orsini è cresciuto in un contesto modesto: il padre dirigeva la mensa di una caserma di ufficiali, mentre la madre vi lavorava come cuoca.
Destinato a diventare notaio, Umberto ha lavorato in uno studio notarile, dove il titolare, afflitto da un problema alla gola, gli affidava la lettura degli atti. Con la sua voce calda e suadente, declamava in modo così avvincente che i clienti, incantati, prestavano maggiore attenzione. Fu allora che gli suggerirono: “Perché non fai l’attore?”.
Fin da giovane, ha dimostrato un’innata propensione per lo spettacolo, esordendo per caso ma affermandosi rapidamente grazie al suo carisma. Si è formato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica Silvio D’Amico di Roma, un’istituzione che ha avuto il merito di plasmare molti grandi attori italiani.
Il debutto teatrale ed i primi anni come attore
Il suo debutto professionale è avvenuto nel 1957 con la Compagnia De Lullo-Falk-Valli-Guarnieri, un gruppo di élite che lo ha proiettato nel mondo del teatro d’avanguardia. Poi, ha lavorato con la Compagnia Morelli-Stoppa e con attrici come Sarah Ferrati in spettacoli come “Chi ha paura di Virginia Woolf?” (1963, regia di Franco Zeffirelli) e “Chi è Claire Lannes?” (1969).
La svolta nella sua carriera è arrivata nel 1961 con “Arialda” di Giovanni Testori, diretto da Luchino Visconti, che lo ha consacrato attore di spicco. Negli anni ’60 e ’70, ha avuto modo di collaborare con registi come: Giuseppe Patroni Griffi (“Metti una sera a cena“, 1966) e José Quaglio. Negli anni successivi, Orsini si è affermato in ruoli shakespeariani e classici, recitando in produzioni quali: “La Tempesta” (2010-2011, regia di Andrea De Rosa) e Re Lear.
Dal 1998 al 2011, è stato impegnato in tournée internazionali con produzioni come “Differenti Opinioni” di David Hare (regia di Piero Maccarinelli) e “La Vedova Scaltra” di Goldoni (regia di Lina Wertmüller, 2007-2008).
Nei panni di direttore ha guidato la sua Compagnia Orsini, portando in scena testi contemporanei e classici, come “Prima del temporale”, annunciato per il 2025, ispirato a Strindberg ed alla sua biografia. Ma ha anche adattato opere come Ballata del carcere di Reading di Oscar Wilde (2005). Nel 2019 ha pubblicato “Sold Out”, un’autobiografia che riflette sulla sua carriera e sull’Italia degli anni ’60.
Nel corso del 2025 il longevo attore ha presentato il monologo Prima del Temporale con la regia di Massimo Popolizio; uno spettacolo, prodotto dalla Compagnia Orsini, per promuovere una lunga tournée in diversi teatri nazionali, tra cui il Piccolo Teatro di Milano ed il Teatro Argentina di Roma.
La sua carriera tra cinema e televisione
Sullo schermo cinematografico, Orsini è apparso per la prima volta in un piccolo ruolo in “La Dolce Vita” di Federico Fellini (1960), prima del debutto ufficiale in “Amore a Roma” (1960). L’attore ha guadagnato maggiore notorietà, a livello internazionale, con “La caduta degli dei” (The Damned, 1969) di Visconti, dove interpreta un industrialista antinazista negli anni ’30. Per questa performance l’attore ha vinto il Nastro d’Argento come Miglior Attore Non Protagonista nel 1970.
In seguito, Orsini ha collaborato nuovamente con Visconti in “Ludwig” (1973), accanto a Helmut Berger e Helmut Griem. La sua filmografia include più di 60 titoli, tra cui: “Il viaggio della sposa” (1997), “La Tosca” (1973), “Il peccato” (2018), “Trifole – Le radici dimenticate” (2024).
Ma ha anche lavorato in produzioni francesi ed internazionali, come ad esempio la serie Emmanuelle (1975-1977). In televisione, è noto per ruoli in drammi Rai degli anni ’60 e produzioni recenti come “L’attentatuni” (2000) e “Soldati di Pace” (2002).
La vita privata di Umberto Orsini
Orsini si è conquistato grande popolarità per il suo fascino da “tombeure des femmes”, e non sono mancati negli anni voci su storie e flirt. Ad esempio si è scoperto che una delle gemelle Kessler, ossia Ellen Kessler, ha avuto una storia d’amore con l’attore Umberto Orsini. Un amore nato per scherzo e durato circa vent’anni, come confidato da Ellen.
L’attore ha svelato come è nato l’amore con la showgirl tedesca, raccontando: “A quell’ epoca frequentavamo tutti il centro di produzione Rai di via Teulada: con Pani recitavamo in tv “I fratelli Karamazov”. Al bar incontravo spesso Guido Sacerdote e Antonello Falqui, che facevano “Studio Uno”. E per gioco, chiesi loro: chi delle due gemelle è libera?”.
Ma l’attore ha anche avuto un amore turbolento con Rossella Falk, a cui si sono aggiunte delle clandestine, ma niente moglie né figli. Infatti, ha rivelato: “Sono contrario al matrimonio. In una professione come la mia non hai fissa dimora e non puoi metter su famiglia”.
Curiosità su Umberto Orsini
– La sua presenza social è legata alla sua compagnia: la pagina Instagram della Compagnia Orsini tiene traccia dei suoi progetti ed impegni professionali in teatro.
– Descritto come “leggiadro ma serio, scanzonato ma professionale”, Orsini è riuscito ad unire come interprete un fascino naturale ad una dedizione ferrea, imparando le battute persino correndo o giocando a tennis, come ha raccontato in un’intervista del 2024. Infatti, si è sempre dimostrato un uomo sportivo, con una costante passione per l’attività fisica.
– A 90 anni, nel 2024, ha confessato: “L’unico grande autore che ha pensato a ruoli per ogni età, dal giovane Romeo a Re Lear, è stato Shakespeare”.
– L’attore ha svelato di essersi innamorato di Mina, senza essere ricambiato dalla grande cantante.
In diverse interviste in cui si è lasciato andare alle confidenze, Orsini ha ammesso che tra i più grandi rammarichi vi è un no ad un’offerta di Giorgio Strehler: “Mi voleva ne ‘El nost Milan’, ma non me la sentivo di recitare in milanese. Lui ci rimase male. E poi mi sarebbe piaciuto essere dieci centimetri più alto: con Vittorio Gassman eravamo molto amici, ma mai con lui in palcoscenico, troppo più alto di me!”.